Arianna Garrone, Fondatrice e Direttrice dell’Istituto di Formazione Artemisia, festeggia i 34 anni di attività circondata dall’ammirazione e dall’affetto dei suoi tanti clienti e dai tantissimi allievi che, grazie al suo instancabile lavoro, oggi sono persone realizzate e serene.
Per parlare di Arianna Garrone, come persona e come professionista, non basterebbero molti articoli ed è per questo motivo che dedicheremo molto spazio alle sue stesse parole in modo che, da quanto dirà, possiate cogliere al meglio chi è, cosa fa e, soprattutto, come lo fa.
La domanda sorge spontanea: quali motivazioni ti hanno spinta ad iniziare questa tua attività?
“Ai tempi ero erborista e capitava spesso che le persone si fermassero a parlare con me. Cercavo di ascoltarle e di aiutarle, per come potevo ma, ad un certo punto, mi sono resa conto che potevo fare di più. Certo, per poter fare di più, avevo bisogno di nuove conoscenze e, proprio per questo, ho deciso di iscrivermi alla Scuola quadriennale di Dinamiche Relazionali di To (poi Scuola Counseling di Dinamiche Relazionali) in cui mi sono diplomata nel 1994.
Da quel momento in poi, ho continuato imperterrita a cercare di evolvere sempre più ed ho dovuto fare scelte, anche difficili, ma sempre sorretta dall’amore per ciò che facevo, dalla determinazione di dare sempre il meglio, di seguire il mio filo logico aiutato dal mio intuito che, a volte, si è manifestato ‘a modo suo’.
Mi viene in mente un sogno che ho fatto circa trentanni fa, ma ancora me lo ricordo! Avevo iniziato da poco a seguire una cliente donna, chiaramente non avevo l’esperienza che ho oggi e mi stavo domandando come potevo essere di aiuto alla mia nuova cliente. Ho fatto un sogno: la cliente era rappresentata in un quadro con intorno un’antichissima cornice, una voce mi diceva di smontare il quadro. Sempre nel sogno mi sono messa a smontare la cornice ed ho trovato un nastro rosso che ho cominciato a srotolare, era lunghissimo! Ogni tanto trovavo sul nastro un segno, una specie di cucitura, che poi ho scoperto rappresentare possibili soluzioni creative alla difficoltà che la persona portava. Cioè, “simbolicamente”, cuciva mettendo insieme delle sue parti ogni volta che aveva un ampliamento della coscienza scoprendo una sua risorsa.
Quel sogno, unito alla esperienza acquisita, mi ha spesso sostenuta nel seguire il filo rosso del cliente che è fatto da emozioni, sensazioni fisiche, percezioni, risorse, comunicazione verbale e gestuale, non detti e incongruenze che, “mostrate” al cliente, lo aiutano ad acquisire nuovi punti di vista e mi sostengono nell’avere la fiducia che il cliente, attraverso un suo percorso, arriva ad accedere al proprio tesoro interiore.
L’incontro con ogni cliente è un viaggio che faccio con la persona nella sua interiorità ed è meraviglioso scoprire come lui\lei comincia a vedersi da un punto di vista diverso. Riesce così a sbrogliare la matassa dei suoi vissuti, credenze, introiettati, semplicemente ampliando la consapevolezza”.
Puntando l’attenzione sulla tua attività ti pongo qualche domanda:
Che cosa ami di più del tuo lavoro?
“Adoro il mio lavoro perché mi dà l’opportunità di puntare l’attenzione sui valori umani e ce n’è molto bisogno in questo momento storico. Ad esempio:
- la Respons-abilità – aiutando una persona a vedere qual è il suo pezzo di responsabilità presenti all’interno di un conflitto, o nell’aver subito un tradimento;
- La Congruenza: quanto è importante saper mettere insieme le proprie parti interiori e manifestare il nostro mondo interiore… Evitare, insomma, il predicare bene razzolare male
- L’Accettazione di sé stessi e dell’altro accompagnando la persona a lavorare sul non giudizio e accettando le proprie fragilità. Chi soffre di mancanza di autostima si sente spesso come paralizzato. Gesù, guarisce il paralitico prima di tutto perdonando i suoi peccati. Gesù gli dice: “alzati, prendi il tuo lettino e cammina per il mondo” e, in questo modo, Gesù chiede alla persona di raccogliere le proprie fragilità e portarle con dignità nel mondo. Questo è ciò che noi possiamo fare accettando le nostre fragilità, ciò che non riusciamo a trasformare. Il paralitico deve modificare il proprio atteggiamento interiore prima di potersi alzare in piedi;
- La Solidarietà: le persone portano le loro difficoltà ed uno fa da specchio all’altro. La solidarietà si crea quando c’è la capacità empatica di comprendere che cosa sta accadendo nel mondo dell’altro.
A cosa serve una consulenza con Te?
“Durante le sessioni con strumenti di counseling, di coaching e tecniche olistiche si affrontano temi sociali, culturali, economici e/o emotivi. È possibile concentrarsi sulla modalità di trattare e risolvere temi specifici come:
- aiutare a superare una crisi,
- migliorare i rapporti con gli altri,
- agevolare lo sviluppo,
- accrescere la conoscenza e la consapevolezza di sé,
- permettere di elaborare emozioni e confini interiori.
Come professionista aiuto a definire con chiarezza la difficoltà da affrontare, a sostenere i punti di forza e la capacità di autodeterminazione dell’individuo per ritrovare, dentro di sé e nell’ambiente circostante, quelle risorse che permettano di migliorare la qualità di vita.
Aiuto il cliente ad affrontare situazioni che rendono faticosa la vita: un lutto, una separazione, una malattia propria e\o di un famigliare, un aborto, un prepensionamento, etc. Sono vissuti di solitudine, di conflitto, di necessità di scelta e cambiamento, di difficoltà relazionali nella famiglia, nel rapporto di coppia, nel rapporto con i figli, nel lavoro.
Ampliando il livello di consapevolezza abbiamo la possibilità di trovare in noi risorse più potenti e scoprire nuovi modi per affrontare e trasformare la sofferenza che deriva da difficoltà momentanee, inevitabili nella vita umana”.
Come ti poni nei confronti dei tuoi clienti durante le consulenze?
“Durante il percorso, che può durare da 10 a 15 incontri al massimo, sostengo la persona a vedere anche i suoi punti di forza che sovente sono già presenti ma non sono visti, riconosciuti e valorizzati in quanto si è spesso o proiettati nel futuro, con troppa fretta, oppure legati al passato da vissuti ed emozioni disfunzionali (per esempio il risentimento o il rancore).
Come professionista, avendo una esperienza delle dinamiche relazionali da 34 anni, mi pongo in una condizione di ascolto attivo e di empatia. Attraverso tutta una serie di strumenti, aiuto il cliente a fare chiarezza sul proprio bisogno, a vedere la situazione da un altro punto di vista, a trovare la sua soluzione creativa che possa portarlo a raggiungere il suo obiettivo. Non do consigli; aiuto il mio cliente, a sviluppare l’autodeterminazione, l’autostima e la consapevolezza affinché possa trovare dentro di sé la propria risposta. La mia posizione è di accoglienza, è senza giudizio, senza aspettative, e seguo esattamente il bisogno del cliente. A differenza della psicoterapia, durante il mio intervento professionale, lavoro sul qui e ora, sulle risorse e non vado a lavorare sul passato delle persone, sui loro blocchi e sui traumi. Non accompagno la persona a rivedere tutta la propria vita, ma la sostengo nel trovare una propria soluzione creativa per la sua vita ADESSO. Proprio per questo il percorso dura al massimo 10 \15 incontri.
Occorre ricordare che, attualmente in Italia, il counseling, il coaching e il professionista olistico sono professioni non regolamentate, ma disciplinate dalla Legge 4/2013 (disposizioni in materia di professioni non organizzate)”.
Lavori solo con persone singole?
“Svolgo anche percorsi per coppie utilizzando strumenti di counseling, di coaching e tecniche olistiche.
Il mio intervento professionale consiste in un sostegno relazionale per un percorso a breve termine, che la coppia sceglie di intraprendere con l’obiettivo di “incontrarsi” in un territorio neutrale per dar vita ad un processo creativo in direzione del benessere.
A volte, quando arriva una coppia in studio, diviene per me fondamentale fare una serie di domande, quali: è stata una scelta di entrambi, o di chi, venire qua?
Perché siete qui? Cosa chiedete e quali sono le vostre aspettative?
A volte accade che dalle risposte emerge che un coniuge ha portato un po’ forzatamente il partner rivelando di averlo messo magari davanti ad un aut aut.
Per me, il primo passo fondamentale, è costruire un ponte di fiducia che mi connetta ad entrambi in ugual misura e che li faccia sentire abbastanza al sicuro e accolti per portarli ad aprirsi e a mettersi in gioco durante il percorso. Grazie alla creazione di questa “alleanza” positiva, è possibile creare un setting capace di favorire l’accesso alle emozioni spesso intense che colorano le interazioni di una coppia in difficoltà. Entrambi i partner arrivano ad accettarmi come professionista empatico e non giudicante, in grado di accogliere e comprendere ciascun punto di vista nelle varie situazioni. L’esperienza e i vari strumenti mi permettono di entrare nel mondo di ciascun partner, percependo la realtà attraverso i loro occhi.
Ho la possibilità di comprendere quale dinamiche vengono messe in atto nella coppia e\o famiglia. Quali sono i bisogni agiti attraverso i conflitti. Quali sono le pretese reciproche, diverse dalle aspettative funzionali.
Come professionista aiuto la coppia a facilitare la comunicazione, a risolvere i problemi di disorganizzazione, di gestione del tempo e degli spazi e di comunicazione.
A ricercare una modalità di comunicazione funzionale per dare ai figli la notizia della scelta di separazione o di trasferimento in un’altra città. Quali risorse mettere in atto per affrontare un conflitto, una necessità di cambiamento. Cosa scegliere di fronte all’arrivo inaspettato di un figlio. Come muoversi di fronte alla scoperta di una dipendenza da sostanze di un\una figlio\a e come attivarsi con le reti del territorio.
Aiuto a prendere decisioni per esempio nell’ambito educativo \ scolastico rispetto ai figli.
Faccio da mediatrice, valorizzo i reciproci bisogni individuali. Sostengo nello sviluppare le capacità relazionali, nel costruire complicità e alleanza, ad armonizzare la relazione, a sviluppare l’intimità”.
Lavori anche con gruppi di persone?
“Sì, lavoro sia nell’ambito della formazione con i corsi di Coaching e di Counseling ed anche molto con percorsi di crescita Evolutiva. È molto appassionante il lavoro di gruppo perché si crea una possibilità di condivisione; uno fa da specchio all’altro, il confronto è sempre molto funzionale perché aiuta le persone ad andare aldilà del proprio giudizio interiore. Si rinforza l’autostima e si approfondisce l’argomento trattato. L’ultimo workshop che ho condotto ha avuto per tema come rinforzare il proprio potere personale”.
Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
“Ho in programma di sviluppare maggiormente il lavoro con i gruppi attraverso workshop a tema (energia, relazione di coppia). Oltre a questo, come detto all’inizio, mi affido molto al mio intuito ed al mio spirito d’osservazione. Sarò pronta a cogliere le esigenze che possono emergere nel prossimo futuro e sono prontissima ad impegnarmi per mettere in cantiere le iniziative adatte a rispondere alle necessità future che, ad oggi, non si possono prevedere”.
Ringraziamo sentitamente Arianna Garrone per le sue esaustive risposte e le auguriamo di cuore di poter continuare a festeggiare, anno dopo anno, il successo del suo impegno.
Nicoletta Viali – Ufficio Stampa e Comunicazione Istituto Artemisia