Nell’articolo l’intervista a Maria Teresa Cravero, da molti anni impegnata per lavoro e per passione nel sociale ed insegnante dell’Istituto Artemisia
Collaborazione e cooperazione sono vocaboli che sottintendono un concetto chiave: insieme è meglio!
Quando un lavoro viene svolto in squadra riuscirà sicuramente al meglio in quanto ognuno di coloro che partecipano, apporterà le sue conoscenze e le sue capacità ottenendo un risultato che un singolo non avrebbe potuto ottenere. Creare la rete con altri è quindi indispensabile in tutti i settori e, a maggior ragione, nelle relazioni d’aiuto.
Maria Teresa Cravero è Counselor Relazionale, docente presso l’Istituto Artemisia di Torino. Ha lavorato per molti anni nei servizi sociali di base come assistente sociale. È facilitatrice di Gruppi Ama.
L’Intervista
La nostra prima domanda è: cosa si intende per rete?
“Parliamo di rete e subito viene in mente la rete dei pescatori: un insieme di punti uniti da delle linee. Nel nostro caso, i puntini rappresentano le persone, i gruppi, le istituzioni e le linee le relazioni, i legami che intercorrono tra di loro e formano appunto una rete”.
Perché è importante per un Counselor creare la rete?
“Un counselor, ma anche qualsiasi professionista che lavora nell’ambito delle professioni d’aiuto, non può non fare un lavoro di studio e conoscenza del territorio in cui le persone vivono, costruire una mappa dei servizi, delle risorse. Mappare il territorio significa fare ricerca mirata di quei servizi, enti, istituzioni, gruppi ecc. utili ed importanti per il lavoro del counselor.
La mappa è dinamica., si evolve, cresce, si trasforma. Mappare un territorio significa essere curiosi, creativi.
L’obiettivo del lavoro di un counselor non è quello di dare una risposta diretta al bisogno del cliente quanto piuttosto quello di sostenere la persona nella ricerca delle proprie risorse. Ma anche sostenerla nell’organizzare ed integrare le proprie risorse interne con quelle esterne.
E’ importante quindi per un Counselor conoscere le risorse che un territorio possiede per essere in grado di orientare la persona che sempre presenta bisogni diversi e specifici, verso altri servizi che già esistono sul territorio e che possono essere paralleli e complementari con l’intervento di aiuto in corso da parte del Counselor ( es. gruppo genitori figli disabili, sportello gratuito di avvocati, gruppi AMA, medici di base, consultori ecc..)
Nel lavoro del Counselor può succedere inoltre che un cliente porti un malessere che percepiamo non di nostra competenza (persona depressa, con problemi di dipendenza ecc.) e che è necessario pertanto inviare ad altri professionisti. (es. psicoterapia, psichiatria, servizio tossicodipendenze ecc.). Conoscere la rete consente di aiutare ancora la persona proprio facendo l’invio ad un altro professionista.
E’ inoltre importante conoscere quei luoghi e contesti in cui è possibile proporre iniziative ed eventi coerenti con l’attività professionale di counseling e promuovere sul territorio la conoscenza del nostro lavoro”.
Con chi si può Creare la Rete?
Quali tipologie di Professionisti è meglio mettere in rete?
“Conoscere le risorse di un territorio consente di creare la rete collaborando con altri professionisti in capo ai servizi pubblici ( Centri di Salute Mentale, SerD, medici di base, Servizi Sociali) o alle Associazioni di volontariato presenti nel territorio.
Ma è altrettanto importante per un Counselor possedere una rete con professionisti afferenti alle proprie conoscenze personali, professionisti nei quali si ha stima e fiducia: psicoterapeuti, psichiatri, avvocati”.
Cosa significa lavorare in rete?
“La rete è fatta di persone e di relazioni, lavorare in rete significa saper lavorare in gruppo, incontrarsi, parlarsi, lasciare a volte da parte le nostre convinzioni, essere flessibili,accettare il punto di vista dell’altro
Nel lavoro di rete si lavora con persone diverse per caratteristiche personali, di formazione, per ruoli diversi, per appartenenza ad enti diversi. Penso ad un Counselor che lavora in un’equipe scolastica, nel pronto soccorso di un ospedale, in uno sportello di ascolto, ma anche a chi opera in un proprio studio.
Lavorare in rete può sembrare più faticoso che non lavorare da soli, ma il risultato di un lavoro di rete è senz’altro superiore a quello che ogni singola persona potrebbe ottenere.
Penso che nel lavoro del counselor sia fondamentale avere una Supervisione: ci protegge quando siamo in una situazione difficile ed abbassa il livello di ansia, ci sostiene nel fare chiarezza e aiuta a comprendere a che punto siamo con il nostro cliente, ci dà la possibilità di elaborare i sospesi ed i dubbi, aumenta la nostra autostima quando vediamo il percorso fatto insieme al cliente”.
Creare la Rete: ma quanti tipi di Rete ci sono?

Il lavoro di rete ricorda il lavoro a filet…..è molto bello, ma come ogni prodotto artigianale ha bisogno di molta cura, attenzione, di mani abili e garbate.
Quanti tipi di Rete ci sono?
“Utilizzo una classificazione usata dal sociologo Ferrario alcuni anni fa:
- Esiste una rete primaria che è fatta di relazioni, di sostegno, di affettività ed è la rete familiare, degli amici, dei vicini;
- Vi è, poi, una rete secondaria formale rappresentata dalle istituzioni che garantiscono determinati servizi ai cittadini. La chiamerei una rete di diritto rappresentata in particolare dai servizi sanitari e sociali.
- Ed una rete secondaria informale fatta di gruppi, associazioni di volontariato, cooperative sociali ecc.. Hanno come base la solidarietà, la condivisione di determinati valori e nascono per dare supporto, aiuto alla persona di fronte ad un determinato bisogno.
Più forte è la rete primaria, minore è il ricorso alla rete secondaria anche se credo che nella vita di ogni persona possono capitare eventi quali la perdita del lavoro, una malattia, una separazione difficile, che richiedono il ricorso alla rete istituzionale. Credo che la rete primaria e quella secondaria debbano integrarsi, sono importanti gli interventi professionali ma anche le risorse naturali che una comunità può avere. In fondo il lavoro di rete esiste da sempre, fa parte della natura umana”.
Cosa significa per un Counselor lavorare in rete?
“Per lavorare in rete credo sia fondamentale essere innanzitutto in rete con noi stessi, fare rete dentro di noi, fra le nostre varie parti che spesso si confrontano, si cercano, si respingono, si negano. Unire i nostri puntini, integrare queste nostre varie parti, farle dialogare, costruire la nostra mappa interiore per poi poter agire anche all’esterno con consapevolezza, presenza e creare la rete fuori di noi.
Non aver paura di essere copiati, non adeguati, riconoscere le nostre risorse ed i nostri limiti e saper chiedere aiuto, avere coraggio (agire con il cuore), essere creativi”.
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Nicoletta Viali – Comunicazione e Ufficio Stampa Istituto Artemisia